i misteri dell'acqua
Nel cuore dei suoi cristalli liquidi e nelle onde che danzano al ritmo del vento, l’acqua nasconde un segreto millenario: la memoria.
Questo enigma affascinante, conosciuto come la “memoria dell’acqua”, ha catturato l’immaginazione dei ricercatori e dei curiosi per decenni, spingendoli a esplorare le profondità di questo fluido misterioso.
Le radici di questa straordinaria scoperta affondano nel lavoro pionieristico del dottor Masaru Emoto, il quale ha dimostrato che l’acqua può memorizzare e riflettere le energie e le emozioni che le sono state trasmesse.
Attraverso fotografie cristalline, ha rivelato il potere della parola, della musica e delle intenzioni umane nell’alterare la struttura molecolare dell’acqua stessa.
Ma il fascino della memoria dell’acqua non si ferma qui. Negli anni successivi, gli scienziati hanno continuato a esplorare questo fenomeno intrigante, scoprendo nuove prospettive sulla sua natura e sulle sue potenziali applicazioni.
Masaru Emoto
Masaru Emoto ha condotto esperimenti sull’effetto delle parole sulla struttura molecolare dell’acqua, mostrando che la consapevolezza umana può influenzare la sua struttura cristallina.
Sebbene la sua ricerca sia stata oggetto di evoluzione nel tempo, i suoi studi hanno aperto nuove prospettive sull’interazione tra mente e materia.
Memoria dell’acqua: concetti e ricerche
Il concetto di “memoria dell’acqua” si riferisce alla capacità dell’acqua di conservare informazioni sulle sostanze con cui entra in contatto. Questa teoria, introdotta per la prima volta da Benveniste e basata sul lavoro di Vincent sulle leggi bioelettroniche dell’acqua, ha stimolato dibattiti significativi nella comunità scientifica.
Jacques Benveniste ha avanzato l’idea che l’acqua possa trattenere una sorta di “ricordo” delle sostanze con cui è entrata in contatto. Nel 1988, ha pubblicato su Nature, una prestigiosa rivista scientifica, i risultati dei suoi esperimenti che dimostravano la capacità dell’acqua di trasportare informazioni sulle sostanze disciolte o diluite al suo interno.
Questi risultati hanno messo in discussione concetti consolidati in medicina, chimica e fisica, portando a un riesame di molte teorie. Nonostante la mancanza di riconoscimento da parte della comunità scientifica, Benveniste ha continuato le sue ricerche, collaborando con scienziati italiani e figure autorevoli come il premio Nobel Luc Montagnier.
Le fondamenta fisico-chimiche della memoria dell’acqua
Gli organismi viventi emettono un flusso costante di energia, un fenomeno che diversi studiosi hanno investigato nel corso degli anni:
- Il biofisico Fritz Albert Poop ha osservato come queste emissioni possano influenzare i processi biochimici delle cellule.
- Il medico italiano Sergio Stagnaro ha dimostrato, attraverso metodi clinici precisi, che molecole e neurotrasmettitori trasmettono radiazioni elettromagnetiche contenenti informazioni.
- Lo scienziato russo Petar Gariaev ha confermato che il genoma umano può ricevere e trasmettere radiazioni elettromagnetiche, suggerendo che la trasmissione di informazioni avvenga tramite bio-risonanza oltre che tramite i sistemi sanguigno, linfatico e nervoso.
Queste premesse sono essenziali per comprendere il coinvolgimento dell’acqua nel processo di ricezione e trasmissione di energia, ora indicato come “Memoria-Informazione” (MI):
- L’acqua è in grado di memorizzare informazioni riguardanti frequenze d’onda.
- Successivamente, l’acqua può trasmettere queste frequenze memorizzate.
Studi di Luc Montagnier e Altri
Il premio Nobel per la medicina Luc Montagnier ha confermato l’emissione di onde a bassa frequenza in alcune diluizioni di filtrati provenienti da colture di virus e batteri o da plasma umano infettato. Questi studi hanno suggerito che l’acqua non solo interagisce con le molecole disciolte in essa, ma può anche formare aggregati o polimeri.
Lo scienziato Emilio del Giudice e il suo gruppo hanno dimostrato come l’acqua possa organizzarsi in domini di coerenza, autorigenerandosi e mantenendo un continuo scambio di informazioni attraverso onde elettromagnetiche.